Acqui Terme – Strevi –Ricaldone – Maranzana – Mombaruzzo – Quaranti – Castelletto Molina – Fontanile – Castel Rocchero – Alice Bel Colle – Acqui ( distanza indicativa 50 km circa)

L’itinerario si svolge in un suggestivo paesaggio di vigneti riconosciuto come patrimonio UNESCO che si estendono a perdita d’occhio, zona rinomata per i produttori di vino e le famose cantine sociali.

Dall’ufficio informazioni turistiche di Acqui, svoltando a destra in Corso Roma, alla rotonda di prosegue dritto, continuando per circa 300 metri e alla rotonda si prosegue verso Alessandria, percorsa la strada provinciale SP30, si continua per STREVI, nel cuore delle terre del Moscato, costituito da due borghi: uno in pianura e l’altro su un dosso collinoso. Nella parte alta il borgo conserva ancora le mura, due torri e un ponte medievale. Qui si trovano il Castello risalente al 1300, oggi sede del Municipio e la parrocchiale barocca con campanile romanico. Nel borgo inferiore vi è una villa cinquecentesca e la residenza del Vescovo di Acqui risalente al 1700. Da segnalare la produzione di dolciumi torrone e amaretti. In valle Bagnario si trova la grande panchina Big Bench color gialla.
Da qui si prosegue in direzione RICALDONE, di cui le prime notizie risalgono a un documento del 1137, dove veniva descritto circondato da terre incolte, prati, boschi e vigne.
Prima di entrare in paese, sulla destra, si consiglia una sosta al punto di osservazione UNESCO “Belvedere”.
Da visitare la Chiesa dei SS. Simone e Guida risalente alla prima metà del XVI secolo con pregevoli dipinti e affreschi, e le cappelle della Madonna del Rosario e di S. Giuseppe.
Le attività principali sono legate alla produzione vinicola con diversi produttori e la cantina sociale, mentre nel 1995 è stato fondato l’Associazione Culturale di Luigi Tenco e dal 2006 è nato il Museo Tenco visitabile su prenotazione ( la salma del cantautore è ospitata presso il cimitero del paese). Da non perdere a luglio “L’Isola in collina”, uno dei principali appuntamenti italiani dedicati alla canzone d’autore, quella di Luigi Tenco e dei grandi cantautori storici.
Nella parte alta del paese si può ammirare la magnifica vista dei vigneti. Sulla strada per Maranzana, si trova la grande panchina Big Bench color bordeaux e bianca.
Proseguendo per questa strada, si sopraggiunge a MARANZANA, situata sul crinale di una collina, circondato da splendidi vigneti. L’intero territorio rientra nella Zona di Salvaguardia chiamata “Il Bosco delle sorti – La Comunna” un’area naturale e boschiva protetta di grande bellezza e importanza faunistica.
Maranzana è un luogo ideale per rilassarsi immersi nella natura, circondati da verdi boschi e filari di vigneti ordinati. Le vigne offrono uno spettacolo magnifico, cambiando colore con le diverse stagioni e creando atmosfere magiche. La posizione del paese su una collina regala viste emozionanti da ogni punto, con albe e tramonti indimenticabili e panorami che si estendono sulla pianura Padana, gli Appennini e le Alpi. Tra le attrazioni da visitare si trovano la Chiesa Parrocchiale, risalente al 1600 e riqualificata nel 1879, dedicata ai patroni San Giovanni Battista e Santa Emernziana. Inoltre, nella piazza principale si erge il Castello Medievale del 1100, ampliato e restaurato nel corso dei secoli, visibile esternamente. Il castello rappresenta un notevole esempio di costruzione fortificata, con una maestosa cinta muraria, una torre quadrata e una torre circolare.
La Torre Civica, risalente al XIII secolo e restaurata nel 1986, accoglie i visitatori in piazza G. Marconi e offre una vista incomparabile sulle colline, sulla pianura, fino alle Alpi e agli Appennini. Nel centro del paese si trova anche il Palazzo Comunale, che ospita l’associazione culturale “Giacomo Bove & Maranzana” e alcuni reperti dell’esploratore Giacomo Bove, nato proprio in quel luogo.
Maranzana è conosciuta anche come il “Paese dei Babaci”. La storia racconta che il paese, un tempo abitato da circa mille persone, si è gradualmente svuotato fino a raggiungere meno di 300 abitanti. Per ripopolare il borgo e risollevare la sua fama, i residenti hanno creato dei pupazzi chiamati “babaci” utilizzando stoffe e materiali di recupero. Questi pupazzi hanno iniziato a popolare il paese, dando vita a un’iniziativa originale. Dalla cantina La Maranzana, proseguire in direzione Nord-est sulla SP4,44 verso MOMBARUZZO, paese famoso per la sua lunga tradizione vinicola.
Dal punto di vista storico, Mombaruzzo ha origini antiche e si presume che sia stato fondato durante l’epoca romana. Nel corso dei secoli, è stato coinvolto in vari eventi storici e dominato da diverse famiglie nobili, tra cui i Marchesi Incisa e i Conti Scarampi. Questa ricca storia si riflette nell’architettura e nei punti di interesse del paese. Una delle principali attrazioni è il suo centro storico ben conservato.  Qui è possibile passeggiare per le stradine acciottolate e ammirare le antiche case in pietra e i palazzi storici. La Chiesa di San Martino, con la sua elegante facciata barocca, è un punto di riferimento importante.
Oltre a queste attrazioni, Mombaruzzo è immerso in un paesaggio collinare affascinante e circondato da vigneti e distese di nocciole. È possibile esplorare la campagna circostante attraverso sentieri panoramici e godere di splendide viste sulla regione del Monferrato.
Dalla distilleria Berta, prendendo la SP4, si prosegue verso QUARANTI un piccolo paese con una storia antica e offre ai visitatori una combinazione di bellezze naturali e patrimonio culturale.
Dal punto di vista storico, Quaranti ha origini molto antiche. Si ritiene che il nome del paese derivi dal latino “Quadrantes”, che significa “quattro parti”. Questo fa riferimento all’antica divisione del territorio in quattro parti durante il periodo romano. Nel corso dei secoli, Quaranti è stato influenzato da diverse famiglie nobili, tra cui i marchesi di Monferrato e i conti di Quaranti.
Un’altra attrazione è la Chiesa Parrocchiale di San Giorgio, di origine romanica, è stata costruita nel XIII secolo e presenta un interessante mix di stili architettonici. L’interno è decorato con affreschi e opere d’arte di pregio. La zona è caratterizzata da colline dolci e vigneti, tipici del paesaggio del Monferrato. È possibile fare escursioni a piedi o in bicicletta lungo i sentieri panoramici che conducono a splendide vedute sulla campagna circostante.
Da Quaranti si prosegue in direzione CASTELLETTO MOLINA, si prende la SP4 e poi la SP45, Il toponimo di Castelletto Molina deriverebbe, per la prima parte, dal latino “castelletum”, ossia piccolo castello, mentre Molina potrebbe essere un riferimento al cognome maggiormente diffuso in paese. Le origini del borgo risalgono all’epoca romana, come confermato dal ritrovamento di reperti archeologici. Sulla piazza principale del paese si affacciano i principali luoghi d’interesse.
Il Castello dei Conti Veggi, abitato da diverse famiglie comproprietarie, la parrocchiale Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, di fronte alla quale svetta l’elegante palazzo municipale.
Da vedere anche l’Oratorio dell’Annunziata (o Chiesa del Castello) e il Santuario Madonna della Neve. In via Roma si segnala un interessante dipinto murale dedicato a don Amilcare Ruella. Nei locali della locale Bottega del Vino ha inoltre sede un piccolo museo dedicato alle arti agricole. Castelletto Molina è ancora uno dei pochi centri dell’Astigiano a mantener viva la pratica del “balon”, oggi “palla a pugno”.
Da Castelletto proseguiamo sulla SP45a verso FONTANILE. Il paese è noto per i suoi murales, dipinti che raffigurano scene quotidiane e personaggi del passato. Questi murales, creati da Luigi Amerio, un pittore locale, sono parte dell’iniziativa comunale “I Muri Raccontano” e trasformano le pareti delle case in vere e proprie opere d’arte che rappresentano la storia e la vita del paese. I dipinti includono immagini simboliche, eventi accaduti, luoghi storici e persone reali, creando un viaggio nel tempo attraverso le strade di Fontanile. Oltre ai murales, Fontanile presenta anche altri punti di interesse. Il centro storico del paese mostra i segni distintivi di un’antica città medievale, con porte d’accesso, un antico lavatoio pubblico e la Torre degli Ansaldi, una delle quattro torri che un tempo proteggevano le mura della città; la Chiesa di San Giovanni Battista, con la sua imponente cupola, domina il paese e offre una vista panoramica. Altre chiese da visitare includono la Chiesetta di San Sebastiano e quella di San Rocco. Il nome di Fontanile rivela il legame storico del paese con l’acqua. Il nome stesso significa “terra ricca di acqua” e richiama le numerose fontane e acque sorgive che un tempo caratterizzavano l’area. Questo legame con l’elemento acqua è evidente anche attraverso le testimonianze presenti nel paese, come il ponte levatoio di Via Marconi, il lavatoio pubblico risalente al 1600 e il Pozzo della Rocca.
Da non perdere la Grande Panchina Verde Acqua di Fontanile, situata sui terreni di proprietà Macario e voluta dall’azienda Michele Chiarlo, questa panchina offre una magnifica vista sulla campagna circostante e gode dell’ombra di una grande quercia.
Terminata la visita a Fontanile, prendere la SP45 e poi la SP456 verso CASTEL ROCCHERO. Castel Rocchero, il castello sulla rocca appunto, sin dai tempi in cui fu Castrum romano, ha controllato e difeso il suo territorio e il suo bene più prezioso: i vigneti ed i suoi raccolti. Camminando per le strade del paese si possono ammirare degli scorci di vigneti e geometrie di filari, sono uno spettacolo così suggestivo che quasi sembra magico, seguono i dolci rilievi delle colline e durante l’autunno creano un magnifico gioco di colori. La principale attività turistica è dunque, oltre al vino, il paesaggio, che merita almeno una passeggiata in bicicletta o a piedi tra i filari. Lo sguardo spazia su tutto il Monferrato Astigiano e in particolare sulla chiostra di colline che circondano Nizza e che annoverano i più rinomati “cru” di Barbera. Sullo sfondo, tutte le Alpi, dalle Marittime alle Lombarde, chiudono come un fondale questo anfiteatro spettacolare.
Il borgo deve il suo nome alla presenza di una fortezza, eretta nel XII secolo dai Marchesi di Monferrato ma poi più volte rimaneggiata sotto gli Scarampi fino alla distruzione, avvenuta da parte dei cittadini acquesi nel 1496.
Al suo posto fu edificato un palazzotto, oggi sede comunale, in cui si insediò la famigli Blesi. Di spicco la chiesa parrocchiale, che si vede da lontano per la slanciata silhouette del campanile, simbolo del paese. L’interno della chiesa è un singolare esempio di armonioso e composto barocco piemontese. La piazzetta principale del paese ha mantenuto intatto il carattere tradizionale ed è un esempio di raccolta e semplice urbanistica piemontese di campagna. È la terra del barbera e del Moscato, del Brachetto e del Dolcetto, con decine di aziende agricole, molte delle quali conferiscono l’uva alla famosa cantina “La Torre”, sulla SP456 in direzione Acqui, fondata sul finire della primavera del 1953 e terminata di costruire nel 1956 su progetto dell’enotecnico Emilio Sernagiotto, è una delle ultime tre torri vinarie ancora esistenti in Italia.
Da qui si prosegue verso ALICE BEL COLLE, seguendo a sinistra l’indicazione per “Regione Rossa” per circa 1km, arrivati a Località Fraschetta, ci si può fermare alla Grande Panchina Big Bench color Rosa, qui si può ammirare anche la chiesa barocca di Santa Maria della Fraschetta.
Le origini di Alice risalgono agli inizi dell’era cristiana, divisa in due borgate, la più antica si trova sul colle, mentre la borgata nuova si estende più a valle, chiamata Alice Stazione, appunto per la presenta della stazione ferroviaria. Sulla piazza principale del borgo alto, che dà il nome al paese, raggiungibile attraverso stradine acciottolate, si affacciano la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, il palazzo Comunale di forma neo-classica e i resti di un antico castello, dove oggi si trova la torre panoramica che offre una vista mozzafiato a 360° su tutte le valli circostanti. La vite qui è una monocultura, infatti nella parte bassa del borgo si trova la cantina sociale e altre attività artigianali.
Terminata la visita di Alice, si scende verso Alice Stazione per dirigersi verso Acqui Terme.

 

Crediti foto: Debora Branda

 

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