Visone – Grognardo – Morbello – Cassinelle – Cremolino – Prasco – Morsasco – Orsara Bormida – Strevi
L’itinerario si svolge prima in un paesaggio agreste per proseguire tra colline boscose con ampi panorami sull’Appennino ligure e l’Ovadese per rientrare verso Acqui Terme tra vigneti e castelli.
Si parte dalla zona Bagni (l’area al di là del fiume Bormida a 1 km dal centro), procedendo sulla S.S. Ovada-Genova, dopo un breve tratto si giunge a VISONE (altezza s.l.m. 161 mt.) antichissimo borgo feudale di cui le prime notizie risalgono al sec. X. Dalla via principale si segue a sinistra la breve via castello al cui termine si trovano i resti della cinta muraria del borgo medievale risalente al sec. XI e del castello, tra cui emerge la bella torre con merli e caditoie risalente al XIV sec. Ripresa la via principale, al termine dell’abitato è la cinquecentesca Casa Rossi con loggia affrescata. Poco dopo sulla destra si trova il cimitero nel quale sono i resti di un abside romanica appartenente ad una chiesa dedicata a San Pietro (sec. XI). Nel territorio comunale si trovano cave per l’estrazione di calce. Tipica è la produzione del torrone. Patroni SS. Pietro e Paolo (29 giugno). Sagra della « Busie » ultima domenica di maggio.
Da Visone si seguono le indicazioni per Morbello (dal centro del paese) lungo la valle del torrente Visone e giunge a GROGNARDO (altezza s.l.m. 200 mt.) circondato da ampie zone boschive ancora totalmente integre. Conserva nel paese una costruzione residenziale cinquecentesca già dei Beccaria-Incisa di Grognardo. Sulla collina a sud sono i ruderi del castello. Patrono Sant’Andrea (30 novembre).
Si sale a MORBELLO (altezza s.l.m.402 mt.) in territorio totalmente montano e collinare. Il paese è composto da varie borgate, le principali sono: Piazza, Vallosi e Costa. Poco discosti dal paese sono i ruderi del castello dei Pallavicino con la torre quadrata. In borgata Costa esistono grotte naturali con stalattiti e stalagmiti (non visitabili) . Santi Patrono San Sisto e San Rocco (12 agosto). Sagra delle castagne con fiera la 3° domenica di ottobre, con distribuzione di vino e caldarroste. Tipica la produzione di amaretti. La strada, in saliscendi tra piacevoli vallette, giunge a CASSINELLE (altezza s.l.m. 387 mt) tra le valli dell’Arnione e del Caramagna, con una bella vista sulla valle Orba e sull’Ovadese. La parrocchiale di S. Defendente e N.S. di Loreto del sec. XVII conserva un intaglio ligneo del Ceretti (1460). Patrona Santa Margherita festeggiata la prima domenica d’agosto.
Da Cassinelle scendendo nella valle dell’Orba si raggiunge a Molare (altezza s.l.m. 226 mt.) con sagra del polentone istituita nel 1730, che conserva il palazzo dei Conti Tornielli, realizzato nel 1834, dove antecedentemente era situato il castello (visitabile durante la rassegna dei castelli aperti). Presso il cimitero è visibile la chiesetta di S. Maria di Campale del sec. XIII con abside a pianta rettangolare e frammenti di affreschi. A 3 km dal paese si trova il Santuario della Madonna delle Rocche, costruzione settecentesca, che deve la sua origine a una apparizione della Madonna, avvenuta nel secolo XVI. Dal Santuario, si può proseguire al lago di Ortiglieto (9 Km) suggestivo bacino del torrente Orba, circondati da un paesaggio boschivo incontaminato.
Tornando a Molare, si segue la strada direzione Cremolino, e poco prima di raggiungere il borgo a sinistra si dirama la strada che sale al Santuario della Bruceta in bella posizione panoramica, che un tempo era intitolata a N. S. delle Grazie e in seguito “Bruceta” dalla località che fu incendiata dai Saraceni attorno all’anno 900. E’ una costruzione risalente al XII sec. in stile romanico. Si arriva così a CREMOLINO (altezza s.l.m. 405 mt) paese di origine medievale, che conserva nella parte alta il castello eretto da Tommaso Malaspina all’inizio del XVI sec. ricalcando l’impianto del castello trecentesco, difeso da torri agli angoli di cui ne rimane ancora una di forma poligonale. Il castello presumibilmente non era che il punto forte di un borgo fortificato: ancor oggi l’accesso all’edificio avviene risalendo una via a spirale sulla quale prospettano alcune belle case medievali. Il borgo era cinto da mura di cui conserva in buono stato una porta medievale con tracce di merlatura e stemma nobiliare. Il castello è visitabile durante la rassegna dei Castelli Aperti www.castelliaperti.it. Festa patronale Madonna del Carmine (16 luglio). Produzione tipica è il dolcetto di Ovada.
Si scende a Prasco Stazione, da cui deviando a sinistra si giunge al cimitero che conserva all’interno la pieve romanica di San Nazario e S. Maurizio risalente al XII sec., ed in seguito a PRASCO (altezza s.l.m. 245 mt.) con il castello di struttura cinquecentesca, già documentato nel 1192, feudatari furono i Malaspina, De Regibus, Spinola e Piuma, tuttora proprietari con cognome Gallesio-Piuma, visitabile durante la rassegna dei castelli aperti. Festa patronale l’8 settembre. Produzione tipica del dolcetto.
Ridiscesi a Prasco Stazione, seguendo dapprima la valle del torrente Caramagna, si sale, dopo un breve tratto, a MORSASCO (altezza s.l.m. 328 mt.) che conserva il castello Pallavicino, già dei Malaspina, edificato in età medievale e modificato nei secoli XVII e XVIII e poi negli anni 1916/20. Alcune parti antiche sono ancora visibili come la torre d’ingresso munita in origine del ponte levatoio. Il castello è visitabile durante la rassegna dei Castelli Aperti. Nei pressi del cimitero è la chiesa romanica di San Vito con affreschi del XIV sec. tra cui S. Vito ed altri santi e una Madonna col Bambino, recentemente restaurati. Patrono San Bartolomeo il 24 agosto.
Si prosegue verso il paese di Orsara Bormida, che conserva ancora il suo castello, nato come torre di avvistamento intorno all’anno 1000, trasformato in castello nel XIV secolo. La sua maestosità è intensificata dalla ricchezza di elementi artistici: pitture e sculture d’epoca. Nei pressi del castello è visitabile l’oratorio/ museo contadino e la parrocchiale di san Martino con affreschi e dipinti seicenteschi di Ivaldi e Monevi.Il castello è visitabile durante la rassegna dei Castelli Aperti. Si ritorna verso Acqui Terme passando da Strevi, cuore di produzione del Moscato e Brachetto d’Acqui. Da visitare:il castello del 1300 (oggi sede del municipio) cinto da mura e fossato quattrocenteschi, e edifici nobiliari del XIV e XV sec. La chiesa parrocchiale di San Michele è stata ristrutturata ed impreziosita dall’architetto Caselli e dal pittore Ivaldi di Ponzone detto il Muto. All’interno si può inoltre ammirare una stupenda riproduzione del San Michele Arcangelo di Guido Reni. Si ritorna in città.
Per informazioni sui Castelli Aperti si consiglia di visitare www.castelliaperti.it