Una terra di confine, tra Piemonte e Liguria, tra pianura e Appennino, ricca di suggestioni ambientali, paesaggistiche, artistiche e eno-gastronomiche, circondata da colline e vigneti, boschi e calanchi, fiumi e torrenti, ricca di funghi, tartufi, castagne e nocciole, che deve la sua straordinaria varietà di ambienti, di paesi, di genti proprio al suo essere stata per secoli crocevia di commerci e di itinerari, percorso dalla devozione e dei mercati, occasione di scambi culturali e commerciali.

Nel 2014, Il Monferrato, insieme alle Langhe e al Roero, ha ottenuto il più prestigioso riconoscimento che l’UNESCO potesse concedere: Patrimonio Mondiale dell’Umanità grazie al suo paesaggio vitivinicolo e alla sua cultura, oltre alla sua ricchezza eno-gastronomica, che annovera vini e prodotti d’eccellenza apprezzati in tutto il mondo.

Alice Bel Colle (418 metri s.l.m.)
Alice Bel Colle è un paese situato , a circa 8 km da Acqui, circondato da un suggestivo paesaggio di vigneti patrimonio dell’UNESCO.
Le sue origini risalgono al periodo medievale, quando nacque come feudo. Nel corso dei secoli, passò dai conti di Acquesana ai marchesi di Occimiano e successivamente al comune di Alessandria e ai marchesi del Monferrato. Nel 1533, Carlo V lo assegnò arbitrariamente a Federico Gonzaga di Mantova, mentre nel 1708 entrò a far parte del dominio dei Savoia. Il paese è diviso in due borgate, la più antica situata sul colle e la borgata nuova più a valle, chiamata Alice Stazione. Sulla piazza principale del borgo alto si trovano la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, il palazzo Comunale e i resti di un antico castello. La torre panoramica offre una vista a 360 gradi sulle valli circostanti, l’arco alpino e i paesi circostanti. La vite è coltivata principalmente nella parte bassa del paese, dove si trovano diverse cantine sociali e attività artigianali. Nelle vicinanze del paese si trova la chiesa barocca di Santa Maria della Fraschetta e la grande panchina rosa Big Bench
Per informazioni tel. Comune 0144 74104

Bistagno (175 metri s.l.m.)
Le sue origini risalgono all’epoca medievale.
Nel 1253, durante il periodo in cui era di proprietà dei vescovi di Acqui, monsignor Enrico Del Carretto, fece abbattere i tre borghi che formavano l’abitato per sostituirli con uno solo ma ben fortificato. Il nuovo borgo era costituito da robusti bastioni, sei grosse torri e un castello.
Nel XVII secolo, al termine della guerra di successione spagnola, dopo essere stata occupata e privata delle sue fortificazioni dagli stessi spagnoli, entrò a far parte, nel 1706, dei domini di casa Savoia. Intorno alla metà dell’800, un ingegnere francese pensò di creare un canale navigabile che collegava Alessandria a Savona, ma ben presto l’idea fu abbandonata.
Patria dello scultore Giulio Monteverde (1837 – 1917) e dello statista Giuseppe Saracco (1821 – 1907), nativo di Bistagno e sindaco della città di Acqui Terme per due lunghi periodi.
Da visitare: la Gipsoteca “Giulio Monteverde”- museo civico in cui sono esposti i modelli originali in gesso dello scultore Bistagnese Giulio Monteverde (1837-1917), il Santuario della Pieve, la cui struttura architettonica presenta le caratteristiche del tardo barocco (1600-1700); la Chiesa di San Giovanni Battista – in cui è conservata la statua della Madonna “Consolatrix Afflictorum”, opera del Monteverde e la slanciata torre medioevale, unico resto del castello. Presso località Roncogennaro si trova la grande panchina Big Bench* color rossa.
Per informazioni tel. Comune 0144 79106

Cartosio (236 metri s.l.m.)
Nel cuore della Valle dell’Erro, Cartosio è di antiche tradizioni, ricca di vicende storiche, un paese di mezza collina dominato da un torrione quadrangolare di probabile origine saracena. L’ipotesi è che Cartosio è la mitica “Caristum”, la città-fortezza dei Liguri Stazielli.
Distrutta nel II secolo a.c. dalle armate romane di Popilio Levante.
Fu molto probabilmente di origine romana. Nel Medioevo appartenne al comitato di Acqui, finché, nel 1052, l’imperatore Enrico III la cedette, insieme ad altri beni, ai vescovi di Acqui che ne furono padroni fino alla loro volontaria donazione ai marchesi di Ponzone. Nel 1218 passò sotto la giurisdizione del comune di Alessandria.
’anno 1453 vide l’entrata in scena dei Savoia, capeggiati da Amedeo VIII, che la concessero, in feudo, alla signoria dei Carretto e degli Asinara.
Da visitare: a torre, ovvero una casa-torre caratterizzata militarmente dalla base scarpata e dall’altissimo ingresso dotato di ponte levatoio, i resti delle mura e del castello, proprietà degli Asinari, grandi banchieri astigiani che nel sec. XIV furono anche feudatari a S. Marzano Oliveto e Lu. La parrocchiale di Sant’Andrea di forme tardo barocche, ricca di decorazioni ottocentesche e la Madonna della Pallareta, antico luogo di culto completano la visita.
Per informazioni tel. Comune 0144 40126

Cassine ( 190 metri s.l.m.)
Le sue origini risalgono all’epoca medievale, citata per la prima volta nel 985. Appartenuta prima al comitato e poi all’episcopato di Acqui.
Nel 1164 entrò a far parte dei domini di Guglielmo del Monferrato, su donazione di Federico I
Entrò presto nelle mire espansionistiche del comune di Alessandria, iniziando una lotta che durò fino al 1199.
il 1556 segnò l’occupazione delle milizie di Carlo V e il 1642 quella dell’esercito francese. Nel 1707 venne annessa ai domini Savoia.
Tra numerose case medievali e quattrocentesche con facciate in cotto, emerge la preziosa Chiesa di San Francesco – uno dei pochi significativi esempi in Piemonte di architettura gotico lombarda con derivazioni cistercensi.
Palazzo Zoppi – già dei Visconti risale al XIV secolo. Di rilievo la corte d’onore caratterizzata da archi gotici ribassati, la cappella ove si trova un interessante affresco di scuola piemontese: la Madonna col Bambino. Affreschi del XV secolo di scuola lombarda. Di rilievo la romanica chiesa di San Giacomo, dotata di campanile quattrocentesco.
Per info tel. comune: 0144 714258

Castelletto d’Erro (544 metri s.l.m.)
Il panorama è eccezionale, dove lo sguardo spazia all’infinito dalle Langhe all’Appenino Ligure ed alla pianura Alessandrina, con sullo sfondo la catena alpina dal Monviso ai monti lombardi. accompagnato dai profumi delle erbe officinali, e dalle fragranze di pesche e fragole, glorie gastronomiche del paese.
Le sue origini risalgono quasi certamente al periodo medievale. Fu proprio in quell’epoca che venne dotata di mura di cinta, erette a protezione dai nemici. Continue guerre venivano infatti combattute tra le varie signorie del luogo e tra gli eserciti genovesi e quelli dei comuni della pianura. Fu anche scenario delle battaglie delle armate francesi e spagnole.
Da visitare: il complesso fortificato è oggi ridotto a una torre a base quadrata, la parrocchiale dell’Assunta, che custodisce al suo interno vari dipinti attribuiti al pittore ponzonese Pietro Ivaldi detto il “Muto”; Sant’Onorato, ora piccola cappelletta sita a più di 1 km dal paese.
Degni di nota i meravigliosi campi di lavanda che in estate regalano un magnifico profumo e un colore inconfondibile.
Per info tel. Comune 0144 342002

Castelnuovo Bormida (123 metri s.l.m.)
Sorse in epoca romana, presso il tratto in cui l’antica Acquae Statiellae – Derthona intersecava il fiume Bormida.
Nel Medioevo costituì un nodo stradale importante. Nel 996 passò sotto il dominio dei vescovi di Acqui, i quali costruirono un Castrum e una cappella, oggi scomparsi, per presidiare il passo fluviale e per valorizzare la zona.
Nel 1164 entrò a far parte dei possedimenti dei marchesi del Monferrato.
Nel 1713 fu inglobata nello stato sabaudo.
Da visitare: il castello, fondato tra la fine del X secolo e i primi del XI secolo (visita esterna/ proprietà privata) e la chiesa cinquecentesca della Madonna del Rosario e la chiesa di San Rocco.
Per info tel. Comune 0144 714535

Cavatore (516 metri s.l.m.)
A dominio di Acqui, e a guardia delle colline piemontesi, Cavatore è forse uno dei borghi antichi più interessanti della zona. L’ampio uso della pietra caratterizza il centro storico in cui spiccano case medievali e rinascimentali.
Le prime notizie storiche si trovano in un documento del 961, in riferimento alla sua appartenenza alla mensa regia. Dipendente dapprima dal comitato d’Acqui, passò sotto la giurisdizione dell’episcopato dello stesso comune alla diocesi Acquese nell’anno 1040.
Nel 1700 circa entrò a far parte dei possedimenti sabaudi.
Da visitare: La torre, costruita a guardia delle vie conducenti ad Acqui da sud e da occidente, è uno degli esempi migliori del suo tipo: si tratta di un mastio a base quadrata, dalla perfetta muratura, con la piccola porta di accesso a circa 1/3 dell’altezza. Il paese conserva inoltre alcune case medievali in pietra e alcuni palazzotti del ‘500/’600. Nei pressi del Cimitero si trova la chiesa di S. Lorenzo, con abside di epoca romanica che conserva all’interno affreschi del XV e XVI sec.
Famoso anche l’osservatorio astronomico in paese.
Per info tel. Comune 0144 320753

Denice (387 metri s.l.m.)
È uno dei borghi medievali meglio conservati dell’Alto Monferrato, è situato a circa17km da Acqui. È considerato un museo a cielo aperto.
Appartenuto inizialmente al comitato di Acqui, nel XI secolo entrò a far parte dei possedimenti dell’Abbazia di San Quintino di Spigno.
Nei secoli successivi passò prima ai marchesi del Carretto di Savona, poi ai marchesi del Monferrato e infine ai Savoia.
Il periodo fascista fu particolarmente duro: con la perdita della qualifica di comune passò sotto l’amministrazione di Montechiaro D’Acqui. Tornò alla sua indipendenza solo nel 1946.
Degni di nota: un’alta torre quadrata eretta nel Medioevo caratterizzata da una merlatura costruita sicuramente in epoca più tarda. Molto probabilmente deve aver fatto parte di un castello, andato del tutto distrutto, di proprietà dei marchesi del Carretto; la chiesa parrocchiale di San Lorenzo; la chiesa di San Sebastiano; delle steli tombali, di origine romana, inserite sui portali delle case più signorili. Caratteristiche le ceramiche artistiche esposte per le vie del borgo.
Per info tel comune: 0144 952530

Grognardo (200 metri s.l.m.)
Circondato da ampie zone boschive ancora totalmente integre, le sue origini risalgono al periodo medievale, com’è dimostrato dall’atto di fondazione del monastero di San Quintino, datato X secolo, in cui è citata per la prima volta. Enrico III nell’anno 1052 la concesse all’episcopato di Acqui
In seguito, venne ceduta alla famiglia dei Malaspina e poi ai conti Beccaria-Incisa.
Da visitare: il complesso seicentesco costituito dalla parrocchiale di Sant’Andrea e il Palazzo Incisa Beccaria; i resti del Castello isolati su di una boscosa collina sovrastante il paese e una costruzione residenziale 500esca.
Per info tel. Comune 0144 762103

Malvicino (420 metri s.l.m.)
Il paesaggio della Valle Erro si fa via via più aspro, le colture lasciano spazio ai boschi. Malvicino è un gioiello di paese, una borgata di poche case antiche, raccolte intorno a una piazza.
Sorto in periodo antico, forse abitato persino dai romani, venne certamente infeudato, nel X secolo, agli Aleramici, entrando poi a far parte della giurisdizione dei vicini centri di Ponzone e Spigno Monferrato, sotto i marchesi di Ponzone. Alla fine del XIII secolo venne inglobato nei possedimenti della signoria del comune di Genova che diede l’investitura ai marchesi del Carretto. Negli anni passò alla famiglia degli Asinari e, nel XVIII secolo, ai Savoia.
Da visitare la rustica chiesa rinascimentale e una pieve campestre dedicata a San Michele, antichissima chiesetta romanica e l’oratorio, oggi sede del Comune e adibito a mostre e incontri culturali
Per Informazioni tel. 0144 340882

Melazzo (254 metri s.l.m.)
Sorto in epoca medievale, venne affidato all’episcopato di Acqui su decisione di San Guido, discendente dei conti dell’Acquesana, signori del luogo. Nel XIII secolo divenne possedimento dei marchesi del Bosco, i quali lo cedettero presto, rivendicandone però l’investitura, al comune di Alessandria. Quest’ultimo, occupandone il castello e le torri, causò dure ma inutili proteste da parte del centro acquese.
Nel 1431 subì i saccheggi delle truppe di Francesco Sforza.
Nel XVII secolo gli spagnoli distrussero il castello, ricostruito più tardi dai conti Gandolfi di Porto Maurizio.
Da visitare: il castello (visita esterna/ proprietà privata), l’Oratorio di San Pietro, la parrocchia barocca di San Bartolomeo, la chiesa dell’Annunziata, il parco di Villa Scati. Sulla sponda opposta del torrente Erro, presso la frazione di Arzello, si trova la chiesetta romanica di San Secondo e non molto distante si possono ammirare i resti del Castello di Moncrescente detto la “Tinazza”.
Per informazioni tel. Comune 0144 41101 Merana (253 metri s.l.m.)
Situtato agli estremi confini dell’Alto Monferrato, è caratterizzata da rapidi pendii collinari boscosi e da formazioni di calanchi marmosi dilavati che si sfagliano facendo riaffiorare fossili.
Nata in età antiva, venne abitta dai Liguri Statielli e poi dai romani; a giudicare però dai ritrovamenti di manufatti litici come asce e punteruoli in pietra, fu sicuramente abitata da altri popoli.
In epoca mendievale appertenne al marchesato di Spigno Monferrato, passando poi per le mani degli Aleramici di Ponzone, al comune di Genova e infine ai Savoia.
Da visitare: la trecentesca torre di San Fermo dove nei pressi si trova la grande panchina Big Bench * color viola, la chiesetta di San Fermo, di origini romaniche e la parrocchiale di San Nicolao.
Per info tel. Comune 0144 41101

Monastero Bormida (191 metri s.l.m.)
Fu fondato inforno al 1050, come riparo per le popolazioni delle campagne, è ricordato nei documenti come Monasterium Aquensium.
Fu teatro di aspre lotte nel XIV secolo, quando fu invasa da Francesco Sforza; nel 1435 parte del feudo venne restituita al duca di Savoia dal marchese Giacono di Monferrato, e poi fu data in dote a Lucrezia, figlia di Guglielmo della stessa casata.
Il suo nome, appunto Monastero, indica che fu fondato da monaci, in particolare Benedettini.
Da visitare: il castello – sorto intorno al XIV secolo come dipendenza dell’antico monastero benedettino Santa Giulia, il ponte romanico a schiena d’asino, la chiesa parrocchiale di Santa Giulia e l’antica pieve di San Desiderio, gioiello dell’architettura barocca. Monastero ha dato i natali ad Augusto Monti, scrittore antifascista, maestro di Cesare Pavese.
Appena fuori dal borgo si trova la famosa grande panchina del cuore, azzurra con al centro un enorme cuore rosso.
Info tel. Comune 0144 88012

Montechiaro d’Acqui (570 metri s.l.m.)
Arroccato intorno ai ruderi del castello distrutto nel 1646, sul crinale che separa la valle Bormida da quella dell’Erro, ha origini medievali, venne ceduto dai marchesi del Bosco ad Alessandria, provocando delle controversie con Bonifacio del Monferrato. Per porre un freno a queste lotte intervenne il ducato di Milano nel 1228.
Acquisto la sua autonomia nella seconda metà del ‘200 e la mantenne fino al 1441, quando fu conquistata da Francesco Sforza.
Passò sotto il dominio dei Del Carretto, ai Bossolasco, agli Scrampi, ai marchi si Canelli e infine ai Savoia.
Durante il periodo fascista formò un’unica entità con Denice. La sua attuale denominazione risale al ‘46, anno in cui ritornò indipendente.
Conserva una bella chiesa parrocchiale tardo-rinascimentale, con all’interno un rustico pulpito ligneo. Il borgo conserva alcune case di aspetto medievale, e l’oratorio di Santa Caterina adibita a piccolo museo contadino. Tradizionale è la festa della « anciuada del Castlan » la prima domenica di maggio, che richiama lo storico commercio delle acciughe salate. La specialità gastronomica è costituita dalla formaggetta, tipica robiola dell’alto Monferrato e delle Langhe.
Per info tel. Comune 0144 92058

Morbello (402 metri s.l.m.)
Snodato su vasto territorio tra colline e boschi, interessanti dal punto di vista floristico e speleologico. I boschi della zona sono ricchi di funghi e castagne da costituire un vero richiamo turistico
Il popolamento del territorio di Morbello si può far risalire al periodo paleolitico medio, vale a dire dai 100.000 ai 40.000 anni fa.
Negli anni 59-50 a.c. addirittura Giulio Cesare utilizzo queste zone come basi strategiche per la conquista ed il governo della Gallia (attuale Francia).
Citato già in documento del X secolo la “Charta di fondazione e donazione dell’Abazia di San Quintino in Spigno” con il nome di Mirbello.
Esiste una lusinghiera leggenda secondo la quale il toponimo MORBELLO deriverebbe da “AMOR BELLO”, dolce espressione attribuita ad un galante cavaliere che si rivolgeva alla sua amata fanciulla.
Il paese è composto da varie borgate, le principali sono: Piazza, Vallosi e Costa. Poco discosti dal paese sono i ruderi del castello dei Pallavicino con la torre quadrata. In borgata Costa esistono grotte naturali con stalattiti e stalagmiti (non visitabili).
Tipici di Morbello sono gli amaretti e il torrone.
Per info tel. Comune 0144 768146

Morsasco ( 328 metri s.l.m.)
Le sue prime notizie risalgono all’XI secolo, periodo in cui appartenne ai marchesi del Monferrato.
Nel 1224, venne ceduta in feudo al comune di Genova, ma ben presto nacquero delle dispute con Alessandria, placate poi da parte del comune di Milano.
Gli anni successivi furono caratterizzati da assedi, carestie e distruzioni che si protrassero fini al XVIII secolo, quando divenne possedimento dei Savoia.
Da visitare: il castello Pallavicino già dei Malaspina, edificato in età medievale, in seguito modificato nel XVII-XVIII secolo. Nei pressi del cimitero si trova la chiesa romanica di San Vito, con affreschi del XIV secolo. Da visitare anche la grande panchina Big Bench * color blu situata a Cascina Bricchetto.
Per info tel. Comune 0144 73022

Orsara Bormida (220 metri s.l.m.)
Le sue origini risalgono al periodo medievale, come attestato da documenti risalenti al 1260.
Venne coinvolta nelle lotte che si ebbero tra il vescovo di Acqui e la città di Alessandria.
Fu ceduta come feudo insieme a Morsasco a Giovanni Battista Lodrone. Alla fine del XVI secolo venne scorporata da Morsasco e venuta a Sebastiano Ferraris, famiglia che deterrà il possesso del castello fino agli anni della rivoluzione francese. Fu profondamente ristrutturato con opere pubbliche tese a migliorare la vita collettiva dall’ing. Giuseppe Ferrari, sindaco dal 1896 al 1902. Il castello, trasformato dall’iniziale torre di avvistamento ad abitazione signorile, passò al marchese Cesare Staglieno di Genova nel 1918, ai Capo provenienti dall’Argentina e, dal 1951, ai Remondini di Genova. Dal 1276 il borgo ebbe parrocchia e organizzazione comunitaria. Questa, divenuta autonoma nel Seicento per contenere il potere feudale, cedette in gestione proprietà sue quali mulino, forno, macello, osteria, barberia, fucina; organizzò la fiera di San Martino per la vendita di maialini; istituì il traghetto per passare la Bormida e la brenta ufficiale per misurare il vino. Dei 2000 abitanti censiti nel primo Novecento e dimezzati negli anni Trenta dall’emigrazione, oggi ne conta poco più di 400.
Conserva ancora il suo castello (privato, non visitabile), nato come torre di avvistamento intorno all’anno 1000, e trasformato in castello nel XIV secolo. La sua maestosità è intensificata dalla ricchezza di elementi artistici: pitture e sculture d’epoca. Nei pressi del castello è visitabile il Museo etnografico che documenta l’identità storica e socio-culturale del paese nell’Ottocento e nel primo Novecento La parrocchiale di San Martino conserva una bella tela del Monevi con la rappresentazione della Madonna col Bambino.
Per info tel. Comune 0144 367021

Pareto (476 metri s.l.m.)
Posto ai confini della Liguria tra i boschi dell’Appennino, le sue origini risalgono all’epoca medievale.
Nel XIII secolo fu a lungo conteso fra i marchesi del Carretto e i genovesi, cui era stato ceduto nel 1233 dal marchese Enrico de Uxetio.
Un secolo più tardi Carlo IV di Lussemburgo confermò il suo dominio alla diocesi di Acqui.
Nel corso del XVII secolo venne invaso e devastato dalle truppe spagnole durante la guerra di successione.
il paese si addensa attorno all’antico corpo del castello degli Spinola (sec. XIV), con a fianco la bella chiesa parrocchiale del ‘600 con la mossa facciata in barocco ligure e vari altri fabbricati medievali con loggette e sottopassaggi. Interessanti anche la parrocchiale seicentesca di San Pietro e la piccola chiesa di Santa Rosalia. Rinomati sono i funghi dei boschi circostanti, e interessanti sono le frazioni di Roboaro e Miogliola in piena valle Erro; tutta la zona è rinomata anche per i meravigliosi campi di erbe aromatiche.
Per info tel. Comune 019 721044

Ponti (186 metri s.l.m.)
Sorto in epoca antica, venne abitata dai romani come testimoniano tombe, urne cinerarie, monete dell’epoca di Augusto e una pietra miliare riportante il nome di Antonio Pio.
Nel medioevo appratenne al territorio donato da Ottone ad Aleramo e chiamato Marca del Monferrato.
Passò ai marchesi Del Carretto che la dotarono di un poderoso castello e venne poi inglobata dai Savoia.
Da visitare: le rovine del castello dei Marchesi del Carretto e la parrocchiale dell’Assunta. Tutti gli anni l’ultima domenica di aprile, si tiene la storica Sagra del Polentone, tradizione che fu iniziata tre secoli fa dalla Famiglia del Carretto.
Per info tel. Comune 0144 596142

Ponzone ( 629 metri s.l.m.) É considerato la 2° veduta più bella d’Italia dal Touring Club Italiano
Immerso in un meraviglioso panorama che fronteggia le Alpi, con i suoi splendidi boschi che profumano di funghi e tartufi e che offrono bellissime escursioni con accoglienti rifugi all’interno in un incantevole scenario naturale: vette, valli, boschi, radure, torrenti e paesi, ricco di colori e profumi diversi in ogni stagione. Dal suo belvedere si apre lo spettacolo meraviglioso su tutto l’Appennino ligure, il Monferrato e tutto il cerchio Alpino ed in vicinanza i vari paesi di cui spiccano le torri. Capoluogo di un vasto territorio costellato di vari centri abitati, è il più grande come superficie di territorio: comprende infatti 10 frazioni. Le sue origini risalgono al periodo romano, come è dimostrato da urne cinerarie, monete e medaglie dell’epoca rinvenute nella zona.
Il primo documento che lo riguarda risale al X secolo: si tratta di un diploma imperiale. Divenne in seguito feudo degli Aleramici e poi centro di un importante marchesato.
Dopo essere stata sottomesso ad Acqui, passò nel 1334 sotto il dominio di Genova. Nel 1646 venne conquistata dagli spagnoli e, nel XVIII secolo, venne inglobata nei domini sabaudi.
Da visitare: la chiesa parrocchiale di San Michele è una delle più grandi della comunità, completata nel 1627, ricca di elementi barocchi e rococò. L’Oratorio del Santo Suffragio che ospita il museo di arte sacra, mentre a 3km dal paese si trova il seicentesco Santuario della Pieve con la coeva Via Crucis.
Per info tel. Comune 0144 78103

Prasco (245 metri s.l.m.)
Prasco è un paese la cui prima attestazione risale al X secolo, quando i marchesi di Occimiano la donarono agli alessandrini. Nel XIII secolo, le monache cistercensi di Satronorio fondarono un piccolo monastero a ospizio. Nel corso dei secoli, il paese passò sotto il dominio di varie famiglie nobiliari, tra cui i Malaspina, De Regibus, Spinola e Piuma, che attualmente sono ancora proprietari del castello con il cognome Gallesio-Piuma, ottimo esempio di casa fortezza.
Prasco è diviso in due borgate, Prasco Stazione e Prasco Centro, quest’ultima situata sulla collina. Nel paese si trovano numerose chiese da visitare, tra cui l’antico castello risalente al XVI secolo, l’oratorio di San Giovanni Battista, la parrocchiale dei Santi Nazario e Celso, la chiesa di San Rocco, la chiesa di Sant’Antonio, la parrocchiale di San Defendente e la pieve dei Santi Nazario e Maurizio, costruita nel XII secolo e situata all’interno del cimitero locale.
Per info tel. Comune 0144 375703

Ricaldone (285 metri s.l.m.)
Circondato da un paesaggio unico dove i vigneti e filari esaltano i profili morbidi e sinuosi delle colline, sorto in epoca antica, durante il periodo della dominazione longobarda, appartenne, come feudo, a diverse signorie locali, tra cui figurano i Canelli, i Ricaldone e i Colombo di Cuccaro. Numerosi furono i signori che la governarono durante tutto il Medioevo, finché, nel 1434, la sua comunità giurò fedeltà a Giangiacomo Paleologo, marchese di Monferrato.
Le prime notizie risalgono a un documento del 1137, dove veniva descritto circondato da terre incolte, prati, boschi e vigne. Da visitare la Chiesa dei SS. Simone e Guida risalante alla prima metà del XVI secolo con pregevoli dipinti e affreschi, e le cappelle della Madonna del Rosario e di Sa. Giuseppe. Le attività principali sono legate alla produzione vinicola con diversi produttori e la cantina sociale, mentre nel 1995 è stato fondato l’Associazione Culturale di Luigi Tenco ( la salma del cantautore è ospitata presso il cimitero del paese). Da visitare anche il museo a lui dedicato.
Da non perdere a luglio “L’isola in collina”, uno dei principali appuntamenti italiani dedicati a Luigi Tenco e dei grandi cantautori storici.
Sulla strada per Maranzana, si trova la grande panchina Big Bench color Bordeaux e bianca.
Per info tel comune 0144 74120 – 0144 745968

Rivalta Bormida (140 metri s.l.m.)
Ottimo esempio di ordinato disegno urbanistico, è posto sulla sponda destra del fiume Bormida e presenta l’abitato sul terrazzo fluviale.
La notevole fertilità del suo territorio lascia pensare che fosse già abitata in epoca preistorica, ma le prime tracce di vita scoperte risalgono al periodo che va dalla conquista romana alla tarda antichità.
Durante il medioevo passò dal comitato di Acqui ai marchesi Aleramici. Nel 1191 iniziò la sua alleanza con Alessandria. Dopo il 1216 diventò libero comune. Nel XV secolo fu testimone del passaggio al romano Pietro Tibaldeschi. Nel 1530 il capitano Montejan da Alessandria la bombardò distruggendo le sue mura cintate.
Nel 1643, gli spagnoli la misero a ferro e fuoco, l’anno successivo venne saccheggiata dai francesi, nel 1704 fu assediata dalle truppe austriache del generale Stahremberg e nel 1799 venne coinvolta nella battaglia del budello. Da visitare: ben conservato il centro storico con Palazzo dei Torri, la Casa dei Biorci, le Case del Vicolo Baretti, la parrocchiale di San Michele e l’Oratorio di San Sebastiano. Degna di vista anche la Fondazione Elisabeth de Rothshild presso Palazzo Lignana di Gattinara, all’interno sono presenti due mostre permanenti che illustrano 2000 anni di storia ebraica.
Per info tel. Comune 0144 372163

Sezzadio (127 metri s.l.m.)
è stata citata per la prima volta in un documento del 937. Durante il Medioevo appartenente al comitato di Acqui e poi alla mensa regia.
Nel 938 re Ugo regalò la sua corte alla regina Berta, in occasione del suo matrimonio.
Nel 1080, subì la sua prima distruzione, ad opera di Arrivo IV.
Nel 1305 si assistette all’estinzione della dinastia degli Aleramici; sedici anni più tardi divenne oggetto di un duro assedio da parte di Rinaldo Dinzei, sostenitori dei guelfi.
Nel corso del XVIII secolo passò sotto il governo di casa Savoia.
Da visitare: Il complesso conventuale di Santa Giustina, composta da abbazia, villa ed edifici. L’abbazia fu fondata verso il 722 dal Re Liutprando e la leggenda narra che qui nacque Aleramo – fondatore del Monferrato.
Di interesse la chiesa parrocchiale, dedicata alla Beata Vergine Immacolata è opera dell’ingegnere bolognese Giuseppe Gualandi. realizzata a partire dal 1900, la costruzione viene considerata una delle opere migliori del Gualandi.
Per info tel. Comune 0131 703119

Spigno Monferrato ( 217 metri s.l.m.)
Di impianto medioevale, si trova in una conca di colline marmose. Già abitato dai Liguri Statielli, conobbe un periodo di fioritura in età romana.
Le prime notizie riguardo il suo insediamento risalgono all’anno 991, periodo in cui fu feudo degli Aleramici. Nel 1290 passò nelle mani del comune di Genova.
Nel 1427 divenne possedimento dei Visconti, su decisione di Carlo IV. Nel XVIII secolo Carlo IV la vendette a Vittorio Amedeo II di Savoia per circa 300,000 fiorini.
Da visitare: la tardo cinquecentesca parrocchiale di Sant’Ambrogio, i resti del castello del XIV e XVI secolo e un ponte fortificato medievale sulla Bormida. Nei pressi troviamo l’antichissima abbazia di San Quintino (privato-visitabile dall’esterno), fondata dai marchesi Aleramici nel 991.
Per info tel. Comune 0144 91155

Strevi (150 metri s.l.m.)
A 5km da Acqui, si trova nel cuore delle terre del Moscato, costituito da due borgate: uno in pianura e l’altro su un dosso collinoso.
Sorta in epoca antica, viene citata per la prima volta in un documento del 996, in cui Ottone III l’assoggettò al vescovato di Acqui. Secondo la leggenda, invece, sarebbe nata dall’azione di insediamento di sette di dieci fratelli che scelta la zona come accampamento, e dopo aver bevuto abbondante vino locale, decisero di chiamarla SEPTEM EBBRUM, in riferimento al loro stato. Diventa comune nel 1259. Nel 1799, all’arrivo delle truppe francesi, gli strevesi, capeggiati dal dottor Fabrizio Porta, insorsero e inizialmente ebbero la meglio. Ma al successivo attacco dei francesi, il comune capitolò, subendo saccheggi e distruzioni. Nel corso del XVIII secolo divenne possedimento sabaudo.
Da visitare: il castello del 1300 (oggi sede del municipio) cinto da mura e fossato quattrocenteschi, ed edifici nobiliari del XIV e XV sec.
Nella parte alta,il borgo conserva ancora le mura, con due torri e un ponte medievale.
La chiesa parrocchiale di San Michele è stata ristrutturata ed impreziosita dall’architetto Caselli e dal pittore Ivaldi di Ponzone detto il Muto.
Nel Borgo inferiore vi è una villa cinquecentesca e la residenza del Vescovo di Acqui risalente al 1700. In Valle Bagnario si trova la grande panchina Big Bench color giallo Moscato. Da segnalare la produzione di dolciumi, torrone e amaretti.
Per info tel. comune 0144 363124

Terzo (222 metri s.l.m.)
Paese situato alla sommità di una rocca, in posizione panoramica, sulla sponda sinistra del fiume Bormida. In età del ferro la nostra regione era abitata da quelle popolazioni chiamate Liguri, popolo autoctono residente l’intera Liguria marittima ma anche la parte occidentale della Pianura Padana (la cosiddetta “Liguria interna”), che era diviso in tribù. la regione della Val Bormida ed Erro era abitata dalla tribù dei Liguri Statielli. Questi furono sconfitti dai romani che, guidati dal Console Marco Popilio Lenate nella battaglia di Caristo (forse la stessa Acqui) nel 173 A.C., occuparono questi territori. Sono di questo periodo, il periodo romano, le prime testimonianze di vita dell’uomo ritrovate nel territorio di Terzo.
Il suo nome deriva dal fatto di essere a tre miglia di distanza da Aquae Statiellae (Acqui). Infatti il territorio di Terzo fu attraversato dalla strada, in ciotoli e della larghezza di metri 6, in tutti i punti di ritrovamento. Fu costruita nel 109 A.C., chiamata via Aemilia Scauri, in onore del censore Marco Emilio Scauro, che da Vada Sebatia (Vado) raggiungeva Aque Statiellae (Acqui Terme) e proseguiva fino a Dertona (Tortona). La via Aemilia Scauri fu risistemata, con varianti, da Augusto nel 13 A.C. In epoca medievale fu strettamente legata alla vicina Acqui, dal cui vescovato dipese a partire dal 996. Nell’anno 1691 venne duramente devastata dagli eserciti degli Asburgo.
Dell’epoca medievale conserva solo l’alta torre quadrata, mentre la parrocchiale di S. Maurizio è una costruzione barocca del 700.
Per info tel. Comune 0144 594264

Visone (161 metri s.l.m.)
Fondata in epoca medievale, è citata, per la prima volta, nel X secolo, nell’atto di fondazione dell’abbazia di San Quintino di Spigno Monferrato, appartenente al comitato di Acqui.
Nel 1039 la parte del territorio spettante ai signori di Melazzo venne donata da San Guido, vescovo di Acqui, all’episcopato acquese, mentre, un secolo più tardi, la parte di dominio dei Monferrato fu trasformata in feudo e come tale venne concessa ai Malaspina dal marchese Bonifacio.
Da visitare il castello che conserva resti delle mura con la porta gotica di accesso, ruderi del palazzo e soprattutto la slanciata torre merlata trecentesca resti della cinta muraria del borgo medievale risalente al sec. XI. Presso il cimitero sono visibili i resti di un abside romanica appartenente ad una chiesa dedicata a San Pietro.
Nel territorio comunale si trovano cave per l’estrazione di calce. Tipica è la produzione del torrone. Per la strada Morbello-Visone in regione Catanzo si trova la Chiesa campestre di Santa Croce detta chiesa della Cappelletta eretta nel 1595.
Per info tel. Comune 0144 395297

* Alla scoperta delle grandi panchine “Big Benches” – le coloratissime “Big benches” sparse sul nostro territorio: si trovano a Alice Bel Colle, Bistagno, Merana, Morsasco, Ricaldone e Strevi sono soltanto sei dei numerosi paesi che ospitano questo singolare capolavoro, si conta di arrivare presto a 100 tra Piemonte e Lombardia: un’esperienza unica in cui ritornare bambini, viaggiare con la mente e godersi dall’alto le bellezze mozzafiato del nostro territorio autentico.

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